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Un luogo per discutere e approfondire la figura, il pensiero e la vita di questo testimone del XX secolo.

a cura di G. Malafronte

mercoledì 29 giugno 2011

Nuovo testo di P. A. Florenskij



P. A. Florenskij, Stupore e dialettica, a cura di N. Valentini, trad. di C. Zonghetti, Quodlibet, Macerata 2011, pp. 120,
€ 12,00

ISBN 9788874623860

Questo scritto, finora inedito in italiano, potrebbe fungere da guida e da incentivo per chiunque, in quest’epoca di disorientamento del pensiero, si accinga a intraprendere lo studio della filosofia. La domanda di fondo investe le strategie che l’uomo, nel corso della storia, ha messo a punto per «spiegarsi» la realtà. E tale domanda è sollevata a ragion veduta: Florenskij è – caso quasi unico – un pensatore in grado di rievocare la figura dell’intellettuale rinascimentale capace di padroneggiare gli ambiti più svariati della conoscenza. Egli fu fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, ma anche filosofo e teologo, teorico dell’arte e linguista. Ma in tutto questo egli non indulge a sincretismi o tenere conciliazioni; raramente si può assistere a una presa di posizione così severa nei confronti delle pretese verità delle scienze, a un uso di argomenti tanto sottili da anticipare molti temi centrali dell’epistemologia novecentesca. Persino il «discorso comune» (con la sua «ricchezza disordinata» e la sua «vita caotica») pare avere, rispetto al «vuoto ordinato e la morte» delle scienze, maggiori speranze di attingere al vero.
Tuttavia, solo la filosofia si rivela in grado di tener dietro al ritmo temporale della vita, in virtù del suo metodo, la dialettica, che la radica nella mutevolezza dei fatti con tale forza da non poterne mai venire disarcionata. Un radicamento mobile consentito dall’altro elemento fondamentale del pensiero filosofico, quell’«acuto sentimento di apertura al novum» che è lo stupore. Ecco la fonte più autentica della filosofia, di cui testimoniano Platone e Goethe, il principe Amleto e Dostoevskij, ma anche Cartesio, l’abate Condillac e Kant, Novalis e Schelling, la prima tradizione apostolica e la grande mistica russa. Fino a giungere all’apostolo Tommaso, figura esemplare della filosofia, che meglio incarna quel senso originario dello stupore che conduce l’essere umano alle soglie della conoscenza integrale, delle verità ultime della vita e della morte, sull’orlo dell’invisibile mistero.

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